Tolkieniani Italiani: Nicolò Dal Grande, Marco Gentili e ANCDS
Presentiamo una realtà forse ancora poco conosciuta ai più, ma da cui è legittimo aspettarsi notevoli contributi alla causa dei Tolkieniani Italiani: si tratta di un gruppo localizzato tra la riviera romagnola e la Repubblica di San Marino, lanciato qualche tempo fa da Adolfo Morganti e ora affidato alle cure dei giovani che vi si erano aggregati nel tempo, consolidandosi via via come gruppo organizzativo. Li intervista Giuseppe Scattolini.
Cari Marco Gentili e amici di San Marino, Rimini e de Il Cerchio. Anzitutto, benvenuti nei Tolkieniani Italiani: parlateci un po’ del vostro progetto de “Il Raduno” di San Marino, le idee, i valori e le persone che ci sono dietro. Come raccontate Tolkien, e come secondo voi dovrebbe essere raccontato?
Nicolò Dal Grande: Caro Giuseppe, grazie a te e ai Tolkieniani Italiani per il contatto e la curiosità dimostrata verso il Raduno. E’ un progetto ambizioso, che raccoglie un’importante eredità passata e che il nostro gruppo vuole portare avanti, crescendo sul piano della qualità e delle proposte. L’opera letteraria del professore rappresenta, per ognuno di noi, un punto centrale nella nostra formazione come persone; non rappresenta un hobby o una semplice passione letteraria: la simbologia che sta alla radice del lavoro di Tolkien è importante e va preservata. Tolkien, parlo a titolo personale, non va raccontato….va scoperto. E’ come intraprendere un “viaggio inaspettato”…la gioia di percorrere monti e foreste sconosciute che, all’improvviso, ti portano a comprendere che non stai seguendo un sentiero qualunque, ma stai percorrendo la via che porta a scoprire te stesso. E’ l’opera stessa che si racconta da sé, se hai testa, cuore e soprattutto onestà per ascoltarla. Tutto questo è alla base del “Raduno”, che quest’anno raggiungerà la sesta edizione.
Marco Gentili: Caro Giuseppe, in primis grazie per l’opportunità che ci dai per far conoscere il nostro gruppo tolkieniano e il Raduno. La fondazione del nostro gruppo ha alla base una passione sfrenata per il professore di Oxford, ma non solo: anche e soprattutto la salvaguardia e la divulgazione di tutti quei valori che egli ha trasmesso nelle sue opere. Il Raduno, fin dalla sua prima edizione, ha voluto portare avanti questi obiettivi, dando la possibilità agli appassionati e agli studiosi del settore di esprimersi in totale libertà a proposito di Tolkien e, più in generale, del fantastico e della fantascienza.
Vorrei che adesso, dopo averci spiegato un po’ i “fondamenti” del Raduno, ce ne raccontaste la storia. Quando nasce e da chi? Con quale desiderio?
N: Il progetto del “Raduno” nasce curiosamente negli anni in cui stava uscendo nei cinema la trilogia de “Lo Hobbit”, precisamente negli anni tra il secondo e il terzo film. Ma soprattutto si celebrava il 60° anniversario dell’uscita de “Il Signore degli Anelli”, un caso letterario planetario, una provocazione che ha segnato in profondità la scena culturale europea e che continua a far opportunamente discutere attorno ai destini della nostra civiltà ed alle sfide che attendono ogni uomo contemporaneo. Curiosamente, questo anniversario coincise con il 25° anniversario della prima grande Convention Europea di Letteratura Fantastica che nel 1989 si tenne nella Repubblica di San Marino sul tema “Il Medioevo nel Fantastico”, con la presenza dei più grandi scrittori di fantascienza e fantasy allora viventi e provenienti da tutto il mondo. Questa duplice ricorrenza ha spinto una rete di appassionati e studiosi dell’opera di Tolkien a riproporre a San Marino la convocazione del “Raduno”, un libero incontro di tutti gli amanti, studiosi e curiosi di questo genere letterario. Fondamentale fu l’opera dell’Associazione Culturale Titania – erede della precedente e illustre Fantàsia – che vede in Marco Gentili fra i fondatori e attualmente il suo secondo presidente, promotrice e organizzatrice della manifestazione. In tutto questo non si può non ringraziare delle figure storiche, autentici maestri, che ci hanno tracciato la via, da Adolfo Morganti, tra i soci di Titania e membro del nostro smial, ai vari Paolo Gulisano, Ferruccio Cortesi, Oronzo Cilli, Adriana Comaschi, Chiara Nejrotti, Annarita Guarnieri, Luisa Paglieri…. solo per citare chi mi balza in mente al volo…. troppi sono i nomi…
M: La prima edizione del Raduno si è svolta durante un piovoso giorno di Settembre nella serenissima Repubblica di San Marino. Eravamo quattro amici, con meno di due lire, ma armati di tanta passione per il fantastico. Nonostante le difficoltà, siamo riusciti a mettere in piedi un incontro per radunare tutti coloro che apprezzavano Tolkien e i suoi lavori. Da qui, appunto, l’appellativo di Raduno. Ovviamente, per raggiungere questo primo piccolo successo abbiamo avuto bisogno di chi “il sentiero” lo aveva già percorso: fondamentale è stata la presenza di Adolfo Morganti, decano del mondo tolkieniano e non solo.
Voi siete anche uno smial, o gruppo tolkieniano, che si riunisce mensilmente. Dove vi vedete? Da quanto tempo siete un gruppo? Vorreste allargare il gruppo a quanti volessero prendervi parte ed aiutarvi nell’organizzazione delle attività? Che cosa vi ha uniti? C’è una stirpe della Terra di Mezzo che vi rappresenta di più, e perché?
N: Prima di tutto siamo amici. Amici legati da un profondo legame. Amici con una passione che hanno deciso di unirsi e raccontare questa loro passione per l’opera di Tolkien. Così è nato lo smial; da un nucleo di fondante di 6 persone, siamo giunti ad essere una ventina; vi sono riminesi, riccionesi, sammarinesi…. e il sottoscritto che è un vicentino d’importazione. Ci ritroviamo una volta al mese a San Marino, presso un nostro pub di rifereimento, “La Bettola”. Tutti sono invitati a partecipare alle riunioni dell’Antico Novero Cavalleresco del Decumano Sud (A.n.c.d.s. o Antico Novero per tutti). Lo Smial è in simbiosi con Titania, ma teniamo ben scisse le due realtà; molti sono associati, altri semplici frequentatori. Tra noi abbiamo una preponderanza di nani (il sottoscritto, per carattere diciamo “acceso” è soprannominato Thorin Scudo di Vicenza) e hobbit, ma non mancano gli elfi e abbiamo anche un Uruk Hai. Non ci facciamo mancare nulla.
M: Il nostro smial prende vita circa un anno e mezzo fa intorno al nucleo più significativo dei frequentatori del Raduno, una miscellanea di semplici appassionati, spettatori affezionati ed anche organizzatori e relatori. La volontà è stata fin dall’inizio il confronto amichevole e disteso sui temi tolkieniani davanti ad una buona birra, come vuole l’antica usanza degli Inklinks, allo scopo di mantenersi sempre in contatto e estendere l’esperienza decisamente positiva del Raduno a tutto l’anno. Ovviamente, l’invito ad unirsi a noi è rivolto a tutti coloro che siano interessati al mondo tolkieniano e curiosi di affacciarsi su altri temi correlati al principale, ma spesso trattati in modo brillante e senza alcuna pretesa eccessivamente accademica. Di stirpi tolkieniani nel nostro smial ce ne sono veramente tante, dagli Hobbit, agli elfi, ai nani. Io appartengo a quest’ultima categoria e mi è stato affidato il soprannome di Dain pie’ di Caveja.
Vorrei un attimo tornare sulla questione dei valori della prima domanda, ma da una diversa prospettiva. Essendo amici del grande Adolfo Morganti, tolkieniano dei primissimi tempi e fondatore della Società Tolkieniana Italiana, poi uscitone per divergenze di idee, come vi siete confrontati e come vi confrontate oggi col panorama tolkieniano a livello di associazioni, gruppi, appassionati e studiosi che vi orbitato attorno? Quali sono le linee guida che avete scelto e le direttive che seguirete in futuro? Credete nella possibilità e nella fruttuosità di un unico fronte tolkieniano unito non dalle tessere, come i partiti politici, ma dai valori che Tolkien ci ha lasciato (come aspirano ad essere i Tolkieniani Italiani)? E rispetto al passato che cos’è cambiato nel mondo tolkieniano secondo voi?
N: Come dicevamo, Adolfo fa parte dello smial, dell’associazione che organizza il “Raduno”: non è un amico, è quasi uno “Zio”, oltre che precursore e maestro. Abbiamo uno splendido rapporto con i componenti di “Sentieri Tolkieniani”: ne approfitto per salutare Luca Arrighini e Andrea Giliberto, che speriamo di incontrare nuovamente al più presto. E con piacere sottolineo i buoni auspici sotto i quali si stanno sviluppando i rapporti con i “Cavalieri del Mark”. Abbiamo poi una grandissima stima, nonché un rapporto di amicizia con Oronzo Cilli, Gianluca Comastri: veri studiosi tolkieniani dei quali apprezziamo i lavori. Ma i nomi sono veramente tanti. Crediamo assolutamente nella necessità di fare rete e ampliare le attività. Per ciò che concerne la politica, non dedichiamo spazio a chi vuole rappresentare l’opera del professore attraverso una lettura ideologica e personale. Oggi, a nostro parere, osserviamo un tentativo di “avvelenare” con interpretazioni personali l’opera del professore: questo a causa della sua riscoperta dovuta al successo mondiale dell’opera cinematografica (con tutti i sé e i ma del caso). Noi siamo per la divulgazione e la preservazione degli autentici valori a cui Tolkien consacrò la propria esistenza.
M: Adolfo Morganti è sicuramente una figura fondamentale e necessaria all’interno del gruppo, una sorta di Gandalf dei tempi odierni, una guida decisa e, al tempo stesso, paterna. La sua esperienza ci ha aiutato durante le prime edizioni del Raduno e ci da una mano tutt’ora. Il nostro gruppo è aperto a tutti, a patto che non si voglia avvelenare l’opera del professore con idee e credenze personali. In questo senso, l’idea di un unico gruppo tolkieniano italiano sarebbe fantastica dal punto di vista teorico, ma attualmente, visti gli ultimi accaduti, non lo vedo ancora possibile. Riguardo al mondo tolkieniano passato e presente, direi che fra i due c’è un abisso, che si è venuto a creare nel momento in cui hanno avuto inizio vere e proprie crociate nei confronti dell’opera del professore mirate ad avvelenarla in toto.
Una domandona finale per Marco ed il suo lavoro di regista, dal momento che anche io nutro le sue medesime passioni per i film ed in parte anche per la fantascienza, pur sapendone ovviamente molto meno di lui. Marco, secondo te Tolkien come ha influito sulla cinematografia e sulla fantascienza? Lui è il padre del rinnovamento del genere fantasy, ma come e quanto è stato incisivo altrove? Allo stesso modo?
M: Premettendo che fantascienza e fantasy sono entrambi figli della stessa madre, la fiaba, Tolkien ha ispirato in maniera molto rilevante la fantascienza a livello mondiale, dal Giappone all’America latina, dalla Scandinavia al Sud Africa: possiamo trovare riferimenti e influenze tolkieniane nei film fantascientifici giapponesi come “Pat Labor” oppure in Blockbuster come il recentissimo “Macchine mortali”. Come regista, non posso nascondere che non è possibile non fare riferimenti tolkieniani quando si scrive un’opera fantascientifica: il professore ha condizionato l’immaginario di quasi quattro generazioni ed è destinato a fare altrettanto con quelle future. In una recente intervista, Legi Matsumoto, il padre di Capitan Harlock, ha dichiarato di essersi ispirato a Galadriel per il personaggio di Meeme. Aggiungo, in chiusura, una mia teoria, secondo la quale per il film “Alien covenant” gli sceneggiatori abbiano preso spunto dal Silmarillion, in quanto la creazione del genere umano viene concepita come se si stesse componendo una melodia. Inoltre, come nell’opera tolkieniana Melkor si oppone a Ilúvatar durante la creazione di Arda, così in “Alien covenant” David cerca di elevarsi a creatore opponendosi ad una legge divina, dando vita allo xenomorfo che tutti noi ben conosciamo.