I primi 70 anni de “La Compagnia dell’Anello”

Foto Tolkien

Era il 29 luglio 1954 quando The Fellowship of the Ring, il primo dei tre volumi di quell’opera epocale che poi divenne nota col titolo The Lord of the Rings (Il Signore degli Anelli), fece la sua comparsa sugli scaffali delle librerie del Regno Unito e degli Stati Uniti d’America, riscuotendo da subito un enorme successo di pubblico e costringendo l’editore a produrre ristampe su ristampe per soddisfare la domanda di copie.

Su questa straordinaria avventura editoriale ha scritto un ottimo articolo sull’Huffington Post italiano il nostro amico e sostenitore Salvatore Santangelo, iniziando il resoconto del viaggio intrapreso da J.R.R. Tolkien con queste parole:

Quando J.R.R. Tolkien, un semi sconosciuto professore di filologia del Pembroke College di Oxford, iniziò a scrivere quella che sarebbe diventata l’opera della sua vita, non poteva immaginare il viaggio epico che lo attendeva.  Dodici anni di scrittura, infinite revisioni e un destino quasi divino che hanno concorso a plasmare “Il Signore degli Anelli”, un romanzo che ha vissuto un’esistenza epica quasi quanto quella dei suoi gloriosi eroi.

Bozzetto preliminare di Tolkien per la sovraccoperta di The Fellowship Of the Ring, così come riportato da TolkienGateway.

Segue poi un riassunto delle vicissitudini personali e professionali del Professore, assieme ai dubbi che lo portarono a scegliere la trama da sviscerare e approfondire per la nascita di una nuova, grande storia da raccontare:

Inizialmente incerto su dove le sue idee lo avrebbero condotto, Tolkien considerò per un momento la storia di un figlio di Bilbo, prima di concepire una nuova idea: “Che il tema sia il ritorno dell’Anello”. Appena tre giorni dopo, annunciò a Charles Furth, impiegato dell’editore: “Ho in mente un nuovo inizio”. Questa scintilla di ispirazione fu sufficiente per spingerlo a creare una trama principale: la distruzione dell’Anello desiderato dal Nécromante, alias Sauron, nel cuore di Mordor.

Le titubanze di uno stimato docente accademico di Oxford che si lanciava in un esordio da narratore, per giunta con un tipo di opera che sembrava sfuggire a qualsiasi possibile tentativo di inquadramento nell’inesorabile casellario dei “generi letterari”, parevano più che legittime. Tuttavia cominciarono ben presto ad arrivare recensioni incoraggianti, critiche positive e soprattutto un’ondata di affetto da parte di un numero sempre crescente di lettori, poi divenuti affezionati fan di quella che sarebbe diventata una delle saghe di maggior impatto al mondo.

“Il Signore degli Anelli” non rappresenta un semplice ritorno, ma un avanzamento, una progressione: l’esplorazione e la conquista di un nuovo territorio letterario. Tolkien riversò il suo cuore in questa opera, pronto a subire critiche. La prima accoglienza fu complessivamente positiva, ma, come detto, con opinioni non sempre concordi. Eppure, il tempo ha dimostrato la grandezza del suo lavoro, che continua a ispirare e affascinare lettori di tutte le età.