Tradurre Tolkien: il parere di Marco Leonardi
Nel turbine di commenti che si è prevedibilmente scatenato in merito alla nuova traduzione de La Compagnia dell’Anello riceviamo e accogliamo volentieri l’invito a registrare il parere di Marco Leonardi. Nato a Catania nel 1977, è Ricercatore Universitario e Professore Aggregato di Storia Medievale (SSD M-STO/01) presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania ,dove nel 2002 ha conseguito la Laurea in Lettere Moderne in Indirizzo Storico presso la locale Facoltà di Lettere e Filosofia; Ricercatore Universitario dal 2/5/2008 e confermato in ruolo il 9/5/2011, ha costantemente ricoperto presso la stessa Facoltà insegnamenti di area storica e codicologica (“Storia Medievale”, “Codicologia”) presso diversi Corsi di Laurea (Lettere Moderne, Beni Culturali, Storia dell’Arte e Beni Culturali, Filologia Moderna). Dal 29 ottobre 2010 è Presidente della Commissione d’esami di Storia Medievale. Attualmente insegna “Storia Medievale” presso il corso di Laurea triennale in Beni Culturali del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania e presso il corso di Laurea Magistrale in Filologia Moderna dello stesso Dipartimento. Dal 29 ottobre 2010 è Presidente della Commissione d’esami di Storia Medievale. Dal 2013 è stato nominato membro revisore di Progetti di Ricerca di Area 11 [Settore Scientifico-Disciplinare M-STO/01 (Storia Medievale)] per conto del MIUR ed è inoltre membro della SISMED.
Non c’è modo migliore di inaugurare il rapporto tra il professor Leonardi e la nostra associazione, dunque, che partire proprio dalla sua analisi in merito alla vicenda editoriale attuale. “Proprio lo status di classico, raggiunto anche in Italia dal Signore degli Anelli, ne rendeva necessaria una revisione” afferma Leonardi in una recente intervista rilasciata a Barbadillo. “Che è successo invece? Anziché ridare alla prima traduttrice dell’opera, Vittoria Alliata di Villafranca, l’onore e l’onere di rivedere la traduzione approvata dallo stesso Tolkien e apparsa per la prima volta in Italia nel 1967, l’attuale casa editrice che pubblica le opere del professore oxoniense in lingua italiana ha optato per una scelta tanto deleteria quanto insensata: fare ritradurre il Signore degli Anelli a chi non aveva mai avuto familiarità nella sua carriera né con la produzione scritta di Tolkien né con Il Signore degli Anelli“.
L’intervista si conclude con un invito: “«Tolkien vuole dimostrare quanto sia possibile lottare insieme tra diversi, rispettandosi l’un l’altro»: trovo che quanto evidenziato dalla Alliata metta in evidenza la perenne attualità de Il Signore degli Anelli, un libro da annoverare tra i classici senza tempo e, per questo, capace di dare a tutti noi spunti e suggerimenti per affrontare le inquietudini del nostro presente. Le rivolte di Barbalbero e degli Ent per difendere i boschi della Terra di Mezzo dalla distruzione, l’ordine pacifico e condiviso regnante tra gli Hobbit a Hobbiville, le coraggiose battaglie contro le spietate legioni di orchi per difendere Minas Tirith: ogni singola pagina de Il Signore degli Anelli ha qualcosa da insegnarci per migliorare il mondo nel quale viviamo. Auspico che quanti non hanno ancora letto in traduzione italiana Il Signore degli Anelli si procurino il lavoro della Alliata. È da quella traduzione che occorre ripartire oggi per ribadire la perenne validità di Tolkien”.