Serie Amazon e localizzazione italiana
Archiviato il lungo weekend grazie al quale si sono moltiplicate le occasioni per il Tolkien Reading Day (qui le nostre proposte per quest’anno), registriamo un aggiornamento inatteso giunto proprio lo scorso 25 marzo da Amazon Prime Video. Anche se pare che la cosa non abbia destato particolare interesse nell’ambiente tolkieniano nazionale, sui canali ufficiali della multinazionale che produrrà la serie televisiva ambientata millenni prima della Guerra dell’Anello sono comparse alcune citazioni dalle Appendici a Il Signore degli Anelli – che, come emerso a ridosso dell’uscita del teaser trailer, sono la fonte principale di riferimento per le sceneggiature:
This Tolkien Reading Day we celebrate where it all began, with Tolkien's words. #TolkienReadingDay2022 pic.twitter.com/tEfO1cnnak
— The Lord of the Rings on Prime (@LOTRonPrime) March 25, 2022
Rifarsi a una consuetudine ormai consolidata come il Giorno delle Letture Tolkieniane è un’iniziativa, non scontata, con cui la produzione intende mostrare che il legame con le opere letterarie è comunque sentito, a prescindere dagli inevitabili adattamenti che non corrisponderanno a nulla di presente negli scritti (e dalle comprensibili reazioni che suscitano in quegli appassionati più determinati a sostenere il primato dell’integrità dei contenuti…): in secondo luogo, per quanto il primo teaser con i Versi dell’Anello recitati non fosse stato realizzato con doppiaggio internazionale, il secondo teaser ha invece reso evidenza degli adattamenti localizzati, tra cui ovviamente anche quello italiano. E, a sorpresa, l’adattamento ha compreso anche le citazioni in questione, come si può constatare dall’immagine elaborata da Tolkien Italia sul suo canale Facebook e gentilmente concessa per il nostro articolo.
Dei corrispondenti canali italiani, solo Twitter a quanto pare ha rilanciato con la versione localizzata di questi estratti – il che può essere uno dei motivi per i quali la notizia sinora ha circolato senza clamore, a prescindere dalle intenzioni strategiche del social media managing nostrano. Ma il testo è stato rivelatore di una curiosità che invece in molti avevano manifestato: vale a dire, quale versione del testo tradotto sarebbe stata utilizzata per l’adattamento e doppiaggio italiani. Chiaramente, gli spezzoni hanno permesso di identificare con chiarezza la traduzione in questione:
In occasione del Tolkien Reading Day celebriamo le parole di Tolkien, da cui tutto è cominciato.#TolkienReadingDay2022 pic.twitter.com/z87EIXVVR1
— Prime Video Italia (@PrimeVideoIT) March 25, 2022
Come scrive Tolkien Italia sulla sua pagina Facebook:
le quattro grafiche promozionali di Prime Video Italia hanno evidentemente fatto ricorso alla storica traduzione di Vittoria Alliata di Villafranca. Le parole sono le medesime, unica eccezione è la seconda proposizione della quarta citazione: la traduzione di Alliata aveva rielaborato il passaggio discostandosi dalla costruzione originale, ed era impossibile riportarla nella grafica mantenendosi aderenti alla citazione originale scelta dal marketing della serie.
Nel secondo estratto compare la voce Luhun, per la quale Tolkien aveva riservato una nota nella sua Guide to the Names in The Lord Of The Rings redatta appositamente per i traduttori internazionali dell’opera. Essa recita:
Lune. An anglicised, that is a hobbit, version of Elvish Lhûn. It is thus an alien name, and should be retained in the language of translation, assimilated if required to its spelling of such a sound as [lūn].
Dunque il Professore suggeriva che, trattandosi di un nome elfico anglicizzato (anzi, “hobbitizzato”!), doveva comunque suonare decisamente straniero come pronuncia e forma, cercando di ottenere una specie di lun con la vocale decisamente allungata. Non è scorretto affermare che Vittoria Alliata rispettò alla lettera la disposizione, pur risultandone un toponimo originale diverso da quanto riportato nel testo inglese. Tale toponimo è rintracciabile nelle edizioni Rusconi e almeno in parte delle edizioni Bompiani de Il Signore degli Anelli, prima che fosse emendato nelle revisioni più recenti (nelle quali, contrariamente all’indicazione di Tolkien, era stato inserito direttamente il toponimo elfico Lhûn).
Il fatto che si sia scelto di non ricorrere alla nuova traduzione, qualunque sia il motivo, farà sicuramente discutere e andrà indigesto almeno a una parte del pubblico che legittimamente la preferisce. Il riserbo più totale attorno alla produzione non ci consente di azzardare ipotesi sui motivi che hanno orientato la scelta del testo. Ci auguriamo solo che la circostanza non causi un riacuirsi delle polemiche passate, incentrate sull’accoglienza del nuovo testo italiano voluto da Bompiani-Giunti: per il resto, come tutti, registriamo questo “fatto di cronaca” che riporta al centro dell’attenzione le pagine di Tolkien e attendiamo di vedere direttamente il nuovo prodotto Amazon per poter finalmente esprimere un parere circostanziato.